Modifiche rispetto alla pandemia sullo Smart Working, ecco le nuove misure adottate, si torna alle regole precedenti.
Le regole sullo smart working tornano, quelle che con l’emergenza pandemia erano state temporaneamente offuscate, adesso sono di nuovo in vigore. Regolato dalla legge 81 del 2017 lo Smart Working richiede la firma di un accordo individuale tra impresa e lavoratore. In questo accordo si mettono per iscritto le regole da seguire riguardo, la disconnessione, l’organizzazione del lavoro, gli strumenti di lavoro e chi li metterà a disposizione.
Durante la pandemia
Durante il periodo di lockdown e l’obbligo immediato di rimanere a casa, per agevolare la situazione l’obbligo di firmare questo accordo era decaduto. A fronte dell’emergenza la legge, visto lo stato di allerta ha dovuto agevolare la situazione, facilitando la regolamentazione del lavoro da casa.
Con il termine dello stato di emergenza il 31 marzo, queste misure nono sono decadute per un po’ di tempo e hanno continuato a restare semplificate. Più volte si è cercato di trovare nuovamente una soluzione alla regolamentazione dello smart working nel corso dei mesi.
Dal primo settembre, il regime straordinario adottato fino ad ora è finalmente decaduto, quindi l’obbligo è quello di tornar a firmare gli accordi in caso di smart working. L’unica semplificazione adottata, rispetto alla legge del 2017, riguarda la possibilità di non trasmettere più l’accordo per intero al ministero del lavoro.
Si è infatti stabilito che basta una comunicazione dell’elenco delle persone che hanno firmato l’intesa individuale. Solo per il rientro stabili in sede si è invece stabilita la consegna degli accordi individuali al Ministero del lavoro, entro 5 giorni dalla firma, come stabilisce la legge.